Di Ernesto Spinelli, responsabile comunicazione dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nei Balcani Occidentali
Il 25 novembre 1960, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre attiviste per i diritti umani, sono state uccise a bastonate e gettate in fondo a un dirupo dalla polizia segreta di Rafael Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.
Dal 1981, gli attivisti per i diritti delle donne hanno osservato il 25 novembre come giornata contro la violenza di genere. Il 20 dicembre 1993, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne con la risoluzione 48/104. Il 7 febbraio 2000, l’Assemblea Generale ha adottato la risoluzione 54/134, che ha designato ufficialmente il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Con questa risoluzione, governi, organizzazioni internazionali e non governative sono state invitate a unirsi per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, ogni anno, in questo giorno.
Ora, seguite le date. 1960, tre brutali omicidi. 1981, la società civile inizia a protestare. 1993, le Nazioni Unite adottano una dichiarazione. 2000, le Nazioni Unite adottano una risoluzione. Il 25 novembre 2022, la comunità internazionale di tutto il mondo celebra una nuova Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ripensate al 25 novembre 1960. Osservate la data sul vostro cellulare. Andiamo, fa gelare il sangue. Ogni singolo giorno dovrebbe essere dichiarato Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Di cosa disponiamo realmente per eliminare la violenza?
Certamente la magistratura e le forze di polizia hanno un ruolo importante. E il lavoro che stanno svolgendo in molti Paesi – purtroppo non in tutti – è insostituibile, dal primo intervento alla protezione delle vittime. Le leggi sono diventate più severe. Ma tutto questo interviene dopo la violenza. E’ necessaria la prevenzione, un cambiamento culturale radicale e sostenibile che si basi su un principio molto semplice: le donne non sono il problema, sono gli uomini il problema.
Può la gentilezza sconfiggere la violenza?
Sembra una domanda ingenua, infantile. No? Riuscite a vederlo il sorriso inquietante sul volto di qualche maschio violento? Io sì. Se guardiamo i telegiornali, sembrerebbe impossibile. La violenza è il marchio della globalizzazione. Ogni campagna di sensibilizzazione rischia di essere trasformata dai dati in uno spettacolo inutile.
Si può sconfiggere la violenza senza l’intervento di una forza più grande? No. Anche Davide aveva almeno una fionda contro Golia. Le leggi, le magistrature e le forze di polizia sono un deterrente serio. Eppure, il gigante della violenza è ancora lì. Appena Golia è sconfitto, un nuovo Golia prende il suo posto. Anno dopo anno, la violenza contro le donne continua a essere un’emergenza mondiale.
Allo stesso tempo, la gentilezza è ancora viva. E’ la gentilezza dei tanti operatori che lavorano ogni giorno per prevenire gli abusi, prendersi cura delle vittime e contribuire incessantemente al reinserimento sociale ed economico delle donne abusate. È un rifugio di speranza invincibile, da cui prendere esempio. La recente iniziativa di tante donne nel mondo di tagliarsi una ciocca di capelli, in protesta pacifica per l’uccisione di Mahsa Amini, è un sasso gentile contro la violenza dei poliziotti iraniani. Basta questo? No, non basta. Ma è la strada da seguire. Un impegno per tutti i giorni, non per una volta ogni anno.
La sostenibilità della gentilezza dipende dalla scelta individuale di ognuno. Il ragazzo gentile Davide deve crescere, più alto e più forte di Golia. Uno più uno, persona dopo persona, le comunità possono isolare la violenza e affermare il rispetto dei diritti umani, la convivenza e il dialogo fra singoli e fra Paesi. Ogni iniziativa di cooperazione è un investimento in gentilezza. Più siamo, più cresce il numero delle persone che voltano le spalle alla violenza e all’indifferenza, più si avvicinerà il giorno in cui non dovremo celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Solo quel giorno il sacrificio di Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal non sarà stato vano. Sembra impossibile. Ma non c’è altra strada percorribile. È l’unica vera fionda che abbiamo: la sostenibilità della gentilezza.