Bosnia – Erzegovina

Situata nella penisola balcanica, con capitale Sarajevo, la Bosnia - Erzegovina calcola una popolazione di 3,2 milioni di abitanti[1] e risulta secondo lo Human Development Index del 2022 all’80esimo posto, con un valore di 0,779 – un Paese categorizzato come altamente sviluppato.

La Bosnia Erzegovina è uno stato indipendente “parzialmente”, sotto supervisione internazionale ai sensi degli Accordi di Pace di Dayton (1995)[2] che posero fine alla guerra in Bosnia - mErzegovina. Più di 100.000 persone furono uccise e circa due milioni furono sfollate durante un conflitto pluriennale che ha anche lasciato infrastrutture ed economia in rovina.

A livello politico-amministrativo il Paese comprende due entità autonome, la Federazione di Bosnia - Erzegovina e la Republika Srpska, e il distretto di Brcko, che è governato dal proprio governo locale. L’organo esecutivo a livello statale è il Consiglio dei Ministri, che conta 9 ministeri con competenze di coordinamento delle politiche a livello statale e una Presidenza tripartita rotante. Nel luglio 2015, il Consiglio dei Ministri della BiH, il Governo della Republika Srpska (RS) e il Governo della Federazione di Bosnia - Erzegovina (FBiH) hanno adottato un programma congiunto di riforme sostenuto da un ampio consenso nazionale.

Il paese è membro delle Nazioni Unite, dell'OSCE e del Consiglio d'Europa.

 

Processo di adesione – cronologia minima[3]

Giugno 2008 – Sottoscritto l’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) con l’Unione Europea, prima congelato in attesa dell’attuazione di una sentenza-chiave della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Giugno 2015 - L’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) entra in vigore

Febbraio 2016 – Presentata domanda di adesione alla UE

Maggio 2019 – La Commissione UE presenta 14 condizioni per avviare i negoziati, tra cui garantire il funzionamento del Comitato Parlamentare di Stabilizzazione e di Associazione (SAPC), mai riunitosi

Dicembre 2022 – Concesso lo status di Paese candidato, sulla scia dello stesso riconoscimento dato a Ucraina e Moldova

 

La Cooperazione Italiana allo Sviluppo opera in Bosnia - Erzegovina dal 1992, quando, in collaborazione con le agenzie delle Nazioni Unite, ha realizzato interventi di emergenza per l’assistenza sanitaria e logistica ai profughi ed alla popolazione assediata.

L’assetto politico-istituzionale scaturito dagli accordi di Dayton ha favorito il coordinamento con la comunità dei Paesi donatori e il rafforzamento delle azioni nei settori del supporto istituzionale e dello sviluppo economico. A partire dal 1995, la Cooperazione Italiana si è concentrata sulla ricostruzione e lo sviluppo per favorire le relazioni economiche bilaterali, aprendo nel 1997 l’Unità Tecnica Locale (UTL) a Sarajevo.

In linea con i documenti strategici e programmatici citati, le iniziative AICS in Bosnia - Erzegovina si sviluppano in diversi settori d’intervento tra cui:

  • agricoltura e sviluppo rurale (settore fitosanitario, agricoltura organica e biodiversità)
  • ambiente e turismo sostenibile (sviluppo territoriale, parchi naturali)
  • Stato di diritto e Buon governo (riconciliazione, Sistema giudiziario, Protezione civile)
  • patrimonio culturale, diritti umani e migrazioni

 

[1] Per una panoramica completa dei dati a disposizione si rimanda al portale della World Bank: Bosnia and Herzegovina | Data (worldbank.org)

[2] Il testo dell’Accordo è consultabile sul portale dell’OSCE: Dayton Peace Agreement | OSCE

[3] Per approfondire il percorso dell’adesione alla UE: Bosnia and Herzegovina - European Commission (europa.eu)